Carni e cancro
 
   
Carni rosse, carni lavorate e cancro: un po' di chiarezza
 
 
 
Carni rosse, carni lavorate e cancro: un po' di chiarezza

 

I media di tutto il mondo ne hanno parlato, spesso con toni allarmistici o, viceversa, di sottovalutazione, mostrando di non comprendere il pronunciamento dello IARC e di non sapere in che modo vengono attribuite le diciture. Che il consumo di carni rosse e lavorate sia associato a un aumento del rischio, non lo ha detto l'International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'OMS di Lione, bensì lo dicono studi che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone per anni, e lo confermano ricerche di laboratorio che conferiscono plausibilità biologica all'assunto.
Non a caso, le carni rosse erano già nelle piramidi alimentari del rischio e nelle liste degli alimenti di cui, e molto, l'assu nzione. Anche per fare ordine nella confusione mediatica Veronique Bouvard e i suoi colleghi del gruppo di lavoro dello IARC hanno riepilogato, su Lancet Oncology, i punti fondamentali del documento originale, così sintetizzabili (oltre al dato di fatto citato sopra):

- esistono rilevanti differenze tra la carne rossa e quella lavorata, processata in diversi modi. Inoltre la cottura, specie se ad alte temperature, fa aumentare il rischio per l'accumulo di cancerogeni. L'aumento stimato del rischio di tumore è del 17% per ogni 100 g/persona/die di carne rossa e del 18% per ogni 50 g/persona/die di carne processata;

- per questi motivi la carne processata è inclusa nel gruppo 1 degli agenti cancerogeni ("sicuramente cancerogeni"), mentre la carne rossa è inclusa nel gruppo 2 ("probabilmente cancerogeni");

- il rischio maggiore e quello più studiato riguarda il tumore del colon. Il consumo di carne processata è inoltre associato a un aumentato rischio di tumore dello stomaco, mentre quello di carne rossa costituisce un fattore di rischio anche per il tumore della prostata e del pancreas.

Nel commento, i ricercatori dello IARC ricordano che allarmismi ed estremismi sono criticabili, ma anche che il messaggio di fondo non può essere attenuato o nascosto. Le abitudini alimentari sono un importante fattore di rischio per alcuni tumori, e gli interventi mirati a ridurre il consumo di carne hanno ricadute potenzialmente rilevanti sulla riduzione dell'incidenza di tali tumori.

La diffusione di queste informazioni e la promozione di stili di vita salutari costituiscono un compito importante degli oncologi e di tutti gli operatori sanitari.

Fonte
Véronique Bouvard et al on behalf of the International Agency for Research on Cancer Monograph Working Group

Carcinogenicity of consumption of red and processed meat. Lancet Oncology doi: dx.doi.org/10.1016/S1470-2045(15)00444
http://www.thelancet.com/journals/lanonc/article/PIIS1470-2045%2815%2900444-1/abstract